La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo
(Teoria pratica dir. III: dir. proc. pen.)
L'autore descrive l'istituto della desistenza a partire dall'inquadramento di carattere generale della figura delineandone, alla luce del dato normativo, la struttura materiale, gli aspetti oggettivi e soggettivi. L'istituto è posto in rapporto con le diverse tipologie e categorie di reato, quali quelle generali dei reati commissivi e omissivi e, nell'ambito di questi ultimi, quelle dei reati omissivi propri e impropri, valutandone la relativa compatibilità.
Nel volume si analizza la componente soggettiva della desistenza ritenendo, in conclusione, che il requisito richiesto dal punto di vista dell'elemento soggettivo sia la volontarietà (dell'interruzione della condotta penalmente rilevante), rispetto a quello della spontaneità. Viene approfondita, inoltre, la distinzione tra i casi di desistenza dell'esecutore materiale e del coautore del reato rispetto a quella del semplice partecipe ovvero di uno dei correi nell'esecuzione frazionata e dei correlati necessari riflessi sull'azione collettiva.
L'autore affronta infine, in termini comparativi, le peculiarità dell'istituto affine del ravvedimento attivo, traendo spunti di riflessione da tale confronto, condotto sempre nella forma bivalente dell'analisi della natura giuridica, vagliata alla luce del dato normativo positivo e delle conseguenze applicative che possono discendere dalle diverse opzioni interpretative.
DETTAGLI DI «La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo»
Titolo La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo
Autore Serianni Vincenzo
Editore
Giuffrè
EAN 9788814138713
Pagine XI-218
Data 2008
Collana Teoria pratica dir. III: dir. proc. pen.
INDICE DI «La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo»
INDICE SOMMARIO
CAPITOLO I
L'ELEMENTO OGGETTIVO DELLA DESISTENZA
1. Introduzione. La desistenza come abbandono dell'azione crimi-
nosa ............................................................................................................ 1
2. Il momento terminale della desistenza ................................................ 13
3. La forma che la desistenza assume in relazione alle varie catego-
rie di reati. Reati commissivi e reati omissivi: rinvio ........................ 17
4. Il principio dell'inizio di esecuzione. Critica ....................................... 22
5. La fattispecie di tentativo ...................................................................... 33
6. Idoneita ed univocita degli atti nella fattispecie di tentativo ..........
` ` 57
7. La desistenza nei reati omissivi ............................................................ 83
8. La punibilita per un diverso titolo di reato degli atti compiuti nel-
`
l'ipotesi di desistenza dal tentativo ...................................................... 87
CAPITOLO II
L'ELEMENTO SOGGETTIVO DELLA DESISTENZA
1. L'elemento soggettivo della desistenza. Il problema della « volon-
tarieta » ......................................................................................................
` 93
2. Volontarieta e spontaneita .....................................................................
` ` 100
3. Il concetto di volontarieta ......................................................................
` 105
4. Oggetto della volontarieta. Volontarieta dell'abbandono dell'atti-
` `
vita esecutiva e volontarieta del risultato ...........................................
` ` 108
5. La definitivita della desistenza ..............................................................
` 109
CAPITOLO III
L'INQUADRAMENTO DOMMATICO DELLA DESISTENZA
1. Premessa. La posizione della dottrina in ordine al problema del-
l'inquadramento dommatico della desistenza. Teorie della nullita `
dell'annullamento e della condizione risolutiva. Critica ................... 111
X INDICE SOMMARIO
2. La desistenza come limite della tipicita del fatto di tentativo, come
`
causa di giustificazione o causa impeditiva del sorgere della puni-
bilita. Critica .............................................................................................
` 117
3. Critica alla teoria della desistenza come causa di esclusione della
colpevolezza o della capacita a delinquere .........................................
` 128
4. La desistenza come causa di esenzione personale da pena. Esi-
stenza e limiti eventuali della categoria .............................................. 133
5. Le c.d. cause di esenzione da pena antecedenti o concomitanti al
fatto di reato sono da qualificare quali condizioni negative della
capacita penale o cause di giustificazione ...........................................
` 149
6. La desistenza volontaria e le altre cause c.d. di esenzione da pena
consistenti in fatti successivi al reato gia perfetto e le cause di
`
estinzione del reato. Identita di struttura e di fondamento .............
` 162
7. La disciplina delle cause estintive e della desistenza, ulteriore ter-
mine di collegamento tra la desistenza e le cause estintive, tali
espressamente definite ............................................................................ 165
CAPITOLO IV
IL RAVVEDIMENTO ATTIVO
1. Premessa. Il recesso attivo ..................................................................... 175
2. I delitti che ammettono il ravvedimento. La forma che il ravvedi-
mento assume in relazione alle varie categorie di delitti ................. 177
3. La volontarieta del ravvedimento. Rinvio ...........................................
` 182
4. Il ravvedimento attivo e la desistenza volontaria: limiti rispettivi .. 184
5. La natura giuridica del ravvedimento attivo ...................................... 185
CAPITOLO V
LA DESISTENZA ED IL RECESSO
NEL CONCORSO DI PERSONE NEL REATO
1. La desistenza volontaria nell'ipotesi di concorso di persone nel
reato. La desistenza dell'esecutore materiale e del coautore .......... 189
2. La desistenza del partecipe diverso dall'esecutore materiale e la
desistenza di uno dei correi nell'esecuzione frazionata. Il conte-
nuto che deve assumere l'elemento oggettivo della desistenza in
queste ipotesi. Necessita che sia effettivamente interrotta l'esecu-
`
zione collettiva. Critica. Condizioni che devono ricorrere perche il ´
partecipe atipico possa beneficiare della desistenza .......................... 192
3. La desistenza dell'ausiliatore e di uno dei correi nell'esecuzione
frazionata. La desistenza dell'istigatore e del determinatore. Il mo-
mento in cui interviene la desistenza e la sua rilevanza .................. 199
INDICE SOMMARIO XI
4. La desistenza dell'istigatore e del determinatore di persona non
imputabile o non punibile e del concorrente nell'ipotesi di con-
corso tra persona punibile ed imputabile e persona non imputabile
o non punibile. Condizioni per la rilevanza della desistenza .......... 202
5. Efficacia ed estensione del ravvedimento attivo in relazione alla fat-
tispecie plurisoggettiva eventuale. L'impedimento dell'evento da
parte dell'esecutore materiale o del partecipe ................................... 207
Bibliografia ......................................................................................................... 209
COMMENTI DEI LETTORI A «La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo»
LIBRI AFFINI A «La desistenza volontaria e il ravvedimento attivo»
-
Procedura penale
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I procedimenti speciali penali e la sospensione del procedimento...
-
Le intercettazioni e i controlli preventivi. Riflessi sul...
-
Impugnazioni penali
-
Il calcolo della pena. Modalità pratiche
-
Diritto processuale penale
di Tonini Paolo -
Compendio di diritto processuale penale