L'integrazione europea attraverso il diritto processuale penale

Il volume raccoglie i risultati di un Convegno e di un Progetto di ricerca scientifico nazionale sull’integrazione europea attraverso il diritto processuale penale. I lavori presenti nel testo focalizzano l’attenzione su alcuni atti della cooperazione penale che nella prassi hanno avuto un impatto significativo sugli ordinamenti processuali interni: è il caso delle decisioni quadro 2001/220/GAI, relativa alla posizione della vittima nel procedimento penale; 2002/584/GAI, relativa al mandato d'arresto europeo (MAE); 2005/212/GAI, relativa alla confisca di beni, strumenti e proventi di reato; 2003/577/GAI, relativa all’esecuzione nell’Unione europea dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio; 2006/783/GAI, relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca; 2008/909/GAI sul reciproco riconoscimento delle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale; nonché della direttiva 2012/13/UE, sul diritto all’informazione nei procedimenti penali; ed infine delle decisioni istitutive di EUROJUST ED EUROPOL. La ricerca ha evidenziato una crescente influenza delle norme processuali penali comunitarie ed un costante adeguamento dell’ordinamento interno alle norme della cooperazione penale dell’Unione. Assume estremo interesse il dato che emerge dalla ricerca, vale a dire che, in ragione dei ritardi e delle imprecisioni riscontrabili nell’adempimento dell’obbligo di dare attuazione agli atti dell’Unione nell’ordinamento nazionale, detto adeguamento si è realizzato e continua a realizzarsi anche (se non soprattutto) grazie all’attività ermeneutica dei giudici interni.